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"Amore, furti e altri guai" di Muayad Alayan

Le disavventure in bianco e nero di un giovane stanco che sogna l'Europa
Mousa è un ladro di auto palestinese che vive col padre in Israele, Paese in cui entrambi hanno ottenuto il permesso di lavoro per guadagnarsi da vivere al cantiere. Ma Mousa vuole partire, cambiare vita, andarsene in Europa, e per farlo servono molti più soldi. È così che hanno inizio le sue disavventure tragicomiche.

Dopo aver rubato l'ennesima auto per rivenderne i pezzi, Mousa si trova però davanti a un inconveniente che lo mette davvero nei guai: nel bagagliaio della Passat è rinchiuso infatti un militare israeliano rapito dalle milizie palestinesi per ottenere la liberazione di altri prigionieri.

Mousa da ora in poi sarà inseguito da una parte dai pericolosi proprietari dell'auto e dall'altra dalle autorità israeliane che vogliono la sua complicità per stanare il covo di quegli altri. Nel frattempo gli servono cinquemila dollari per poter partire alla volta dell'Italia convinto da un losco affarista che gli garantisce un posto nella squadra di calcio della Fiorentina.

Mousa sembra senza scampo, trovatosi d'un tratto invischiato in una situazione molto più grande di lui. In qualche modo sa che gliela faranno pagare.

Il regista palestinese di Amore, furti e altri guai (2015) Muayad Alayan ci racconta i tormenti in bianco e nero di un giovane stanco che sogna la libertà dell'Europa insieme alla sua amante Manal, costretta in un matrimonio di convenienza.

A volte l'amore e la libertà di realizzarsi e di diventare quello che si vuole, soprattutto in alcune parti del mondo, costa caro. Ma il senso del film è che perseguirli ne vale comunque la pena, anche a costo della vita stessa.

Il film ha partecipato con successo, nella sezione Panorama, al Festival del Cinema di Berlino 2015 e ha ottenuto il premio per il miglior lungometraggio all’Aff (Arab Film Festival) di San Francisco.