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05 agosto 2021

"Le stazioni della luna": ripercorrere il passato per comprendere il presente


Un viaggio sentimentale nella Somalia degli anni '50 narrato dalla scrittrice Ubah Cristina Ali Farah

Il potere che hanno alcuni romanzi è quello di saper catturare il lettore immergendolo nel luogo e nel tempo della narrazione. E così accade con Le stazioni della luna (66tha2nd, 2021) di Ubah Cristina Ali Farah, scrittrice nata a Verona da padre somalo e madre italiana e cresciuta a Mogadiscio, capitale della Somalia, dove è rimasta fino allo scoppio della guerra civile nel 1991, per poi trasferisrsi in Ungheria e in seguito a Roma, anche se attualmente vive a Bruxelles.

La sapiente tessitura della trama, accompagnata da immagini vivide di una Somalia degli anni Cinquanta poco frequentata dalla memoria italiana, ci aiuta a ripercorrere un periodo abbastanza recente della nostra storia - importante per comprendere il presente - eppure apparentemente così distante e sfocato. E il fatto che a condurci in questo viaggio sia una donna italo-somala, che malgrado la profonda sensibilità nei confronti delle vicende narrate non cade mai nelle trappole sempre in agguato dello stereotipo e del vittimismo, rende questo libro ancor più significativo. 

A intrecciarsi sono le vite di Clara, italiana cresciuta a Mogadiscio nell'allora Somalia italiana e rimpatriata (con una delle celebri "navi bianche") in Italia negli anni Quaranta quando il paese viene occupato dal Regno Unito, e di Ebla, donna somala che di Clara fu l'allattatrice. La vicenda ha inizio quando Clara, dominata da un sentimento di vergogna per l'avventura coloniale italiana in Somalia, decide di tornare nella terra in cui è nata e cresciuta. Siamo negli anni Cinquanta, periodo nel quale il paese torna sotto amministrazione fiduciaria italiana per conto dell'ONU. La storia della Somalia come stato sovrano inizierà soltanto a partire dal 1960. Di idee opposte a quelle di Clara è il fratello Enrico, prodotto dell'educazione culturale del tempo. 

Le stazioni della luna è una storia di libertà e liberazione dalle maglie di una realtà costruita senza tener conto dei desideri e della volontà di chi si ritrova a viverla, come Ebla, che fuggirà da un matrimonio combinato, forse spronata dalla ribellione infusale dal padre, astronomo e divinatore, nel monento in cui le insegnò l'arte interdetta alle donne di leggere le stelle, i pianeti e i segni del cielo, ma anche come Clara, che, imparando ad ascoltare i suoi sentimenti e a pensare con la propria testa, è decisa a ritrovare la sua Ebla. 


La pagina dedicata al libro.









 

 

         



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