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23 agosto 2021

Ripartono le imprese migranti, sono 640 mila in Italia


Crescono più velocemente rispetto a prima della pandemia. Dati Unioncamere-Infocamere sul I semestre 2021

Dopo la frenata dovuto all’emergenza Covid-19, l’imprenditoria migrante riparte a ritmi superiori a quelli registrati prima della pandemia. Lo dicono i nuovi dati di Unioncamere e InfoCamere sulle cosiddette “imprese di stranieri” (cioè con partecipazione di persone non nate in Italia superiore al 50%), iscritte al Registro delle Imprese delle Camere di Commercio al 30 giugno 2021.

Tra gennaio e giugno 2021, queste imprese hanno fatto registrare un saldo tra aperture e chiusure positivo di +16.197 unità, che non supera solo quello del primo semestre 2020, fortemente influenzato dal lockdown, ma anche quello dello stesso periodo del 2019. Al 30 giugno 2021 risultavano registrate 639.341 imprese di stranieri, il 10,5% del totale delle imprese registrate in Italia.

Unioncamere e Infocamere ricordano in un comunicato che in Toscana (14,4%), Liguria (14,3) e Lombardia (13) si registrano le concentrazioni più elevate sul totale delle imprese esistenti, mentre Basilicata (3,9), Valle d’Aosta e Sicilia (6,1) fanno segnare quelle meno significative. In valore assoluto, la terra di elezione dell’imprenditoria straniera è la Lombardia, dove hanno sede 124.603 imprese guidate da persone nate fuori dei confini nazionali. A distanza seguono il Lazio (81.938) e la Toscana (58.937).

Tre imprese di stranieri su quattro (per la precisione 484.888 imprese, il 75,8% del totale) opera nella forma più semplice di impresa individuale, ma un consistente numero (105.298, il 16,5%) ha scelto la forma della società di capitale. Commercio al dettaglio (160.415 imprese), lavori di costruzione specializzati (123.225) e ristorazione (49.339) costituiscono le attività in assoluto più praticate dagli imprenditori stranieri nel nostro Paese. Da notare, tuttavia, come la maggiore presenza a livello settoriale si registri nelle attività della confezione di articoli di abbigliamento, dove le 17.039 imprese registrate alla fine del giugno scorso rappresentavano il 33% di tutto il comparto a livello nazionale.

Infine, guardando alle sole imprese individuali (le uniche per le quali sia possibile associare la nazionalità partendo dal Paese di nascita del titolare), tra i primi dieci Paesi di provenienza i dati del I semestre 2021 segnalano l’arretramento (seppur lieve) di alcune nazionalità “storiche” come quella del Marocco (comunque stabilmente al primo posto quanto a imprese registrate: oltre 63mila, il 12,9% del totale delle imprese individuali straniere), della Cina e del Bangladesh a vantaggio di Romania (che consolida il suo secondo posto con 53.079 unità, il 10,8% del totale), Albania e Pakistan.