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02 febbraio 2022

Migrazioni internazionali e interne in forte calo nel 2020


Pubblicato il Rapporto Istat sulle "Iscrizioni e cancellazioni anagrafiche"

Nel 2020 le emigrazioni sono state poco meno di 160mila (-10,9% sul 2019), le immigrazioni circa 248mila (-25,6% su anno precedente) mentre la mobilità interna ha riguardato 1 milione 334mila trasferimenti (-10,2%).
I primi dati provvisori riferiti al periodo gennaio-ottobre 2021 evidenziano un moderato incremento dei flussi migratori interni e di iscrizione dall’estero (rispettivamente, +7% e +16% rispetto allo stesso periodo del 2020) e una ulteriore forte riduzione dei flussi in uscita dal Paese (-21%).
Così l’Istat nell’indagine sulle Iscrizioni e cancellazioni anagrafiche relativa all’anno 2020.
La dinamica dei flussi migratori con l’estero è stata sensibilmente condizionata dal dispiegarsi della pandemia sia direttamente, per l’impatto delle chiusure e riaperture delle frontiere, sia verosimilmente per la rimodulazione dei progetti migratori in una fase caratterizzata da incertezza.
I dati Istat evidenziano un calo sostenuto delle immigrazioni da quasi tutte le provenienze . Le iscrizioni anagrafiche dall’estero ammontano a 247.526 nel 2020 (-25,6% rispetto al 2019); la componente dovuta agli ingressi di cittadini stranieri è pari a 192mila (-27,5%), quella dovuta ai rimpatri ammonta a 56mila (-18,2%).
Al Nord la flessione più forte di immigrazioni dall’estero (- 27,3% rispetto al 2019), con un tasso di immigratorietà che è passato dal 6,6‰ del 2019 al 4,8 del 2020. l calo di attrattività è stato significativo anche per le regioni centrali (dal 6,3 a 4,7‰), meno accentuato per quelle del Mezzogiorno (da 3,7 a 3‰).
Nel corso del 2020 le migrazioni provenienti dall’America centro-meridionale hanno subito il calo più brusco rispetto al 2019 (-48,9%): il flusso di provenienza da Brasile, Argentina e Venezuela (costituito in larga parte da cittadini italiani o con discendenza italiana) è stato più che dimezzato, passando da 42mila immigrazioni del 2019 a poco meno di 17mila nel 2020 (-60%). Considerevole anche il calo degli ingressi dai paesi asiatici (-33%): il flusso di immigrati da India e Cina si è dimezzato rispetto all’anno precedente (rispettivamente 7mila e 6mila ingressi); significative anche le riduzioni per i flussi provenienti dal Bangladesh (8mila, -40%). Le immigrazioni dai paesi africani, già in calo dal 2019, hanno subito una riduzione più contenuta (-28%), ma sono diminuite soprattutto le provenienze dalle rotte migratorie più antiche e tradizionali verso l’Italia: dal Marocco nel 2020 si sono registrati circa 13mila ingressi (-43%), dall’Egitto 6mila (-40%) e dalla Tunisia 4mila (-33%).
L’immigrazione dai paesi europei mostra invece dinamiche variegate: si è ridotta del 34% dalla Romania (26mila iscrizioni dall’estero), da anni principale paese di provenienza, mentre si sono registrte variazioni positive rispetto all’anno precedente per la maggioranza degli altri paesi Ue.
La popolazione iscritta in anagrafe nel 2020 per trasferimento dall’estero presenta un lieve squilibrio di genere a favore degli uomini (52%) che varia a seconda della cittadinanza dei migranti. In generale, gli immigrati con passaporto europeo sono in prevalenza donne (52%), grazie al contributo delle migranti russe e ucraine (79% e 76% degli ingressi di cittadini delle rispettive comunità). I migranti africani sono in maggioranza uomini (61%), soprattutto quelli provenienti da Gambia e Mali (97%), come del resto i migranti asiatici (59%). Le donne sono invece la maggioranza tra gli immigrati provenienti dal Marocco (52%) e dagli Stati Uniti (56%). L’età media delle donne immigrate è di 33 anni contro i 31 degli uomini.

Report “Iscrizioni e cancellazioni anagrafiche anno 2020