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26 settembre 2022

Crisi demografica, migrazioni non basteranno a fermarla


Le previsioni (nere) dell’Istat su popolazione residente e famiglie. “Incertezza profonda su flussi migratori”

Meno residenti, più anziani e famiglie più piccole. Il futuro demografico dell’Italia è grigio e le migrazioni non riusciranno riportarlo a colori.

Nelle nuove “Previsioni della popolazione residente e delle famiglie”, aggiornate al 2021 e pubblicate qualche giorno fa, l’Istat conferma un "potenziale quadro di crisi”. La popolazione residente è in decrescita: da 59,2 milioni al 1° gennaio 2021 a 57,9 mln nel 2030, a 54,2 mln nel 2050 fino a 47,7 mln nel 2070. Il rapporto tra individui in età lavorativa (15-64 anni) e non (0-14 e 65 anni e più) passerà da circa tre a due nel 2021 a circa uno a uno nel 2050.

Sul territorio entro 10 anni in quattro Comuni su cinque è atteso un calo di popolazione, in nove su 10 nel caso di Comuni di zone rurali. Intanto, sono in crescita le famiglie, ma con un numero medio di componenti sempre più piccolo: le coppie con figli, che oggi rappresentano circa un terzo delle famiglie totali (32,5%), nel 2041 potrebbero rappresentarne meno di un quarto (24,1%).

"I flussi migratori – aggiunge Istat - non potranno controbilanciare il segno negativo della dinamica naturale. Nondimeno, essi si mostrano comunque contraddistinti da incertezza profonda, essendo svariati i fattori che possono dare adito a scenari diversificati. Per restare a quanto avvenuto negli ultimi anni, basti pensare alla drastica riduzione delle migrazioni dettata dalla pandemia nel 2020, alla successiva ripresa economica avviata nel 2021 che ha agito da leva naturale per il richiamo degli immigrati nel Paese, al clima di fiducia generato dalle prospettive sul PNRR e, infine, alle attuali incertezze dettate dalla crisi bellica e da quella energetica sul piano internazionale”.

“Lo scenario mediano [figura 1] contempla movimenti migratori netti con l’estero ampiamente positivi, pur con una tendenza lievemente decrescente, da oltre 150mila unità annue a circa 120mila tra il 2021 e il 2070. Nel complesso del periodo previsivo si prefigura l’insediamento a carattere permanente nel Paese di 13,2 milioni di immigrati mentre ammonterebbe a 6,7 milioni l’entità degli emigrati all’estero”.

“L’analisi di risultati a così lungo termine – avvisano i ricercatori - deve però necessariamente accompagnarsi a una grande cautela, al punto che l’intervallo di confidenza al 90% del saldo migratorio netto con l’estero restituisce nel 2070 degli estremi che variano da -20mila a +268mila, rivelando, di fatto, due fotografie distinte. Da un lato quella di un Paese attrattivo, dall’altro quella di un Paese che potrebbe mutare la sua attuale natura di accoglienza per tornare a essere un luogo da cui emigrare.