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18 ottobre 2023

18 ottobre 2023, Giornata europea contro la tratta


Il Consiglio d’Europa chiede di prevenire i rischi di tratta con politiche che  tengano conto delle vulnerabilità dei migranti e richiedenti asilo

Il 18 ottobre si celebra la XVII Giornata Europea contro la tratta di esseri umani, istituita dalla Commissione Europea nel 2006.

In occasione della  Giornata europea contro la tratta, il Gruppo di esperti sulla lotta contro la tratta di esseri umani (GRETA) del Consiglio d’Europa ha messo in guardia contro il maggiore rischio di tratta di esseri umani creato dalle politiche di immigrazione restrittive e dalla mancata considerazione delle vulnerabilità dei migranti e dei richiedenti asilo.

Helga Gayer, Presidente del GRETA, ha dichiarato: “Un crescente numero di persone che fuggono da conflitti armati, violenze ed emergenze climatiche e umanitarie è costretto a migrare in condizioni pericolose. Lo status di migrante irregolare costituisce un importante fattore di vulnerabilità, che rende i migranti una facile preda per criminali senza scrupoli. I minori non accompagnati e separati sono particolarmente vulnerabili a essere catturati nella rete dei trafficanti. Anche gli immigrati in situazioni regolari possono cadere vittima della tratta di esseri umani ed essere sfruttati da aziende legittime che utilizzano metodi di reclutamento ingannevoli e falle nella regolamentazione del mercato del lavoro”.

Il monitoraggio da parte del GRETA dell’attuazione della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani ha messo in evidenza importanti lacune nell’identificazione e nella protezione delle vittime della tratta fra i migranti e i richiedenti asilo. Le politiche di immigrazione sono troppo spesso disconnesse dall’obbligo giuridico di identificare e assistere le vittime della tratta di esseri umani e di fornire loro un periodo di recupero e riflessione, il che ha delle conseguenze negative sul perseguimento e sulla punizione dei trafficanti. La pratica dei respingimenti alle frontiere comporta il rischio che le persone vittime di tratta non siano identificate e che i rimpatri conducano a nuovi casi di tratta [vedere il 10° rapporto generale del GRETA].