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19 febbraio 2024

Migrazione e asilo, ok dei rappresentanti degli Stati membri dell'UE all'accordo con il Parlamento


Via libera al patto composto da cinque atti legislativi fondamentali che riformeranno il sistema di asilo e migrazione dell'UE

L'8 febbraio i rappresentanti degli Stati membri dell'UE (Coreper) hanno approvato l'accordo provvisorio tra la presidenza del Consiglio e il Parlamento europeo, raggiunto il 20 dicembre 2023, su un patto composto da cinque atti legislativi fondamentali che riformeranno il sistema di asilo e migrazione dell'UE.

Patto su l'asilo e la migrazione

I cinque atti legislativi dell'UE che costituiscono il patto affrontano tutte le fasi della gestione dell'asilo e della migrazione.

L'aggiornamento del regolamento Eurodac (la banca dati UE delle impronte digitali) consentirà di contrastare meglio i movimenti irregolari e di seguire i progressi dei richiedenti asilo e delle persone in situazione irregolare in tutta l'UE.

L'obiettivo del regolamento sugli accertamenti è di rafforzare i controlli sulle persone alle frontiere esterne. Tale regolamento garantisce inoltre una rapida individuazione della procedura corretta – come il ritorno nel paese di origine o l'avvio di una procedura di asilo – quando una persona entra nell'UE senza soddisfare le giuste condizioni di ingresso.

Il regolamento sulla procedura di asilo stabilisce una procedura comune che gli Stati membri devono seguire quando ricevono una richiesta di protezione internazionale. Razionalizza le disposizioni procedurali e stabilisce norme per i diritti dei richiedenti asilo. Introduce una procedura di frontiera obbligatoria tesa a valutare rapidamente alle frontiere esterne dell'UE l'eventuale infondatezza o inammissibiltà delle domande di asilo.

Il regolamento sulla gestione dell'asilo e della migrazione sostituirà l'attuale regolamento Dublino, che stabilisce le norme che determinano quale Stato membro è competente per l'esame di una domanda di asilo. Per equilibrare l'attuale sistema in base al quale pochi Stati membri sono competenti per la maggior parte delle domande di asilo, verrà istituito un nuovo meccanismo di solidarietà. Le nuove norme combinano la solidarietà obbligatoria a sostegno degli Stati membri che non riescono a far fronte al numero di arrivi irregolari nel proprio territorio alla flessibilità per gli Stati membri nella scelta dei loro contributi.

La quinta componente del patto è una nuova normativa che istituisce un quadro che consente agli Stati membri di affrontare le situazioni di crisi nel settore dell'asilo e della migrazione. Essi sarebbero autorizzati ad adeguare determinate norme, ad esempio per quanto riguarda la registrazione delle domande di asilo o la procedura di asilo alla frontiera. D'altro canto, tali paesi potrebbero chiedere di beneficiare di misure di solidarietà e sostegno dell'UE e dei suoi Stati membri.

Condizioni di accoglienza, qualifiche e reinsediamento

Il Comitato dei rappresentanti permanenti ha inoltre accolto favorevolmente tre atti legislativi in materia di asilo e migrazione sui quali il Consiglio e il Parlamento avevano già raggiunto un accordo nel 2022. I tre atti comportano la revisione della direttiva sulle condizioni di accoglienza, l'aggiornamento del regolamento qualifiche e un regolamento che istituisce un quadro dell'UE per il reinsediamento.

È stato inoltre approvato un regolamento sul rimpatrio alle frontiere che consente di applicare il patto ai paesi europei con norme Schengen differenti.

Prossime tappe

I testi legislativi approvati l'8n febbraio dovranno essere formalmente adottati dal Parlamento europeo e dal Consiglio.

Contesto

Il regolamento sulla procedura di asilo, il regolamento sulla gestione dell'asilo e della migrazione, il regolamento Eurodac, il regolamento sugli accertamenti e il regolamento sulle situazioni di crisi sono elementi del nuovo patto sulla migrazione e l'asilo, proposto dalla Commissione il 23 settembre 2020.

La direttiva sulle condizioni di accoglienza, il regolamento qualifiche e il quadro dell'UE per il reinsediamento sono stati proposti nel 2016.

Fonte: Consiglio dell'UE