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18 dicembre 2023

Global Refugee Forum 2023, 1600 nuovi impegni per i rifugiati


Dalla comunità internazionale annunciati anche 2,2 miliardi di dollari di impegni finanziari. Grandi: "Determinata unità"

Il Global Refugee Forum 2023 si è chiuso venerdì con l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Filippo Grandi che ha elogiato la "determinata unità" dimostrata dai partecipanti che - di fronte alle divisioni e alle crisi globali - hanno assunto impegni innovativi a favore dei rifugiati e dei Paesi che li ospitano.

Nella sua dichiarazione conclusiva, Grandi ha ricordato che durante i tre giorni del Forum sono state raggiunte diverse "cupe pietre miliari", dal numero di morti tra i civili a Gaza a nuovi sfollamenti causati da conflitti e violenze in Sudan e Myanmar. Il GRF 2023 è stato organizzato mentre la popolazione mondiale di rifugiati ha raggiunto il livello record di 36,4 milioni, su una popolazione totale di 114 milioni di sfollati.

"In questo contesto così difficile, sarebbe stato facile per voi ritirarvi e fare un passo indietro rispetto agli impegni internazionali", ha detto Grandi. "Ma non l'avete fatto. Invece, siete venuti in forze e avete trascorso tre giorni qui, esemplificando una determinata unità!".

Grandi ha salutato gli sforzi degli Stati, del settore privato, delle ONG, delle organizzazioni guidate dai rifugiati, dei gruppi di fede, degli accademici e di altri soggetti che hanno annunciato impegni e contributi a sostegno degli sfollati e degli apolidi, e hanno discusso le politiche, scambiato idee ed esplorato nuove soluzioni per i rifugiati e per chi li ospita.

I loro sforzi hanno portato a più di 1.600 nuovi impegni (Pledges) di sostegno finanziario, materiale, politico e di altro tipo, tra cui 43 promesse multipartner con costi elevati, gestite congiuntamente da governi e altri partner. Tra questi, gli impegni a:

-reinsediare 1 milione di rifugiati entro il 2030 e fornire percorsi alternativi verso Paesi terzi ad altri 3 milioni;

-fornire 1 milione di ore di servizi legali e di consulenza pro bono in quattro anni;

-offrire posti di lavoro e programmi di mobilità educativa a 200.000 rifugiati;

-sostenere più di 1 milione di rifugiati e le persone che li ospitano attraverso iniziative di inclusione economica e sociale.

Secondo le prime stime, sono stati promessi oltre 2,2 miliardi di dollari di impegni finanziari per i prossimi anni, tra cui 250 milioni di dollari da parte di aziende private e fondazioni. Sono stati inoltre annunciati ulteriori strumenti di finanziamento bilaterali e multilaterali per lo sviluppo dei Paesi che ospitano i rifugiati.

Oltre 4.200 delegati hanno partecipato di persona al Forum. Il totale comprendeva oltre 300 delegati rifugiati da tutto il mondo, più di quattro volte il numero di partecipanti al primo GRF del 2019. Altre migliaia hanno seguito i lavori online, sintonizzandosi sulle sessioni plenarie e sugli eventi collaterali in livestreaming.

L'UNHCR e la Svizzera hanno ospitato l'evento, mentre cinque Paesi - Colombia, Francia, Giappone, Giordania e Uganda - hanno svolto il ruolo di co-convocatori.

Verso la fine del Forum, Antonio Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite, ha detto ai delegati che era chiaro che avevano preso a cuore il tema del GRF "azione, unità e impatto".

"La protezione e l'aiuto ai rifugiati non devono essere una lotteria o un onere sproporzionato che ricade su alcuni Paesi e comunità in base alla loro posizione geografica. È un obbligo condiviso da tutta l'umanità", ha dichiarato Guterres, parlando in collegamento video da New York. "Stringendovi attorno ai bisogni dei rifugiati in questo Forum, state tutti fornendo un'esplosione di luce in quello che è stato un anno buio e preoccupante".

"I vostri articolati interventi ci hanno ricordato ciò che avete vissuto e attraversato, ci hanno costretto a confrontarci con ciò di cui i rifugiati hanno bisogno, ma ci hanno anche - e soprattutto - permesso di essere ispirati da ciò che portate", ha detto. "E quello che ho sentito è che, sì, l'assistenza umanitaria è imperativa se vogliamo aiutare, ma ciò che desiderate veramente è l'opportunità. Essere inclusi".

All'inizio del Forum, Evode Hakizimana, un rifugiato di origine burundese che vive in Zimbabwe, ha dichiarato: "Sì, abbiamo bisogno di speranza. Ma l'unica cosa di cui abbiamo bisogno più della speranza è l'azione. Perché una volta che iniziamo ad agire, la speranza è ovunque".

Fonte: UNHCR