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28 gennaio 2022

“Oltre il ghetto”, online il webdoc con tutte le storie


Su www.oltreilghetto.org tutti i protagonisti del contest narrativo del progetto Su.Pr.Eme. Italia

Sfruttamento lavorativo, negazione dei documenti, condizioni di vita disumane, colpevolizzazione delle vittime. Sono queste alcune delle storie che ci arrivano sulle condizioni di lavoro e di vita dei braccianti sfruttati in agricoltura.

Il contest narrativo “Oltre il ghetto. Storie di libertà”, indetto nell’ambito del progetto Su.Pr.Eme. Italia, finanziato nell’ambito dei fondi AMIF- Emergency Funds della Commissione Europea - DG Migration and Home Affairs, è stata l’occasione per raccogliere le testimonianze dei percorsi di riscatto e di emancipazione condivise dalle organizzazioni di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia che lottano quotidianamente sul campo per liberare dallo scacco dei caporali e delle mafie chi finisce in condizioni di sfruttamento.

Sono state raccolte 20 storie. Cinque, selezionate da una giuria tecnica, sono state raccontate in altrettanti video reportage, a cura del regista Savino Carbone, ora confluite nel webdoc “Oltre il ghetto”, realizzato dalla Cooperativa Camera a Sud.

Le storie raccontate nei video reportage toccano, ognuna, un aspetto diverso di quel percorso che parte con un sogno di emancipazione dai Paesi di origine e finisce in un labirinto di schiavitù nei ghetti. Un vicolo cieco che appare senza via d’uscita. Ma, grazie anche all’impegno di volontari e di organizzazioni, esse dimostrano che ci si può liberare dallo scacco dei caporali e delle mafie.

La storia di Tam Tam Basket (vincitrice del premio web), progetto che prova a dare un’alternativa a famiglie di persone provenienti dall’Africa nell’area di Castel Volturno, ci dice che lo sport può essere uno strumento di inclusione e di emancipazione per ragazzi e ragazze di seconda generazione, i quali rischiano di restare invischiati in territori vulnerabili allo sfruttamento da parte della criminalità organizzata.

Poi c’è l’impegno di Ibrahim Diabate (storia vincitrice del premio della giuria tecnica) per dare luce a chi vive nel buio nelle campagne di Rosarno. Dopo un passato di sfruttamento in agricoltura in Piemonte e Calabria, Ibrahim contribuisce alla nascita di SOS Rosarno. Con Mediterranean Hope ha ideato il progetto “Luci su Rosarno”, per illuminare le strade della piana di Gioia Tauro ed evitare incidenti ai braccianti che si muovono in bici e – così – “fare luce” sui diritti dei lavoratori in agricoltura.

Nel foggiano, in Puglia, Patty s’impegna affinché le voci dei migranti siano ascoltate. Partita dalla Nigeria per diventare avvocata, in Italia Patty inizia un lungo calvario che dal nord la porta fino alla Pista di Borgo Mezzanone. Lì lavora in fabbrica e nei campi e rischia di morire. Grazie ad alcune associazioni lascia il ghetto. Ora è entrata a far parte dell’associazione Ufficio Migrantes come mediatrice per aiutare chi, come è successo a lei, si trova in difficoltà.

Dopo aver rischiato di essere rimpatriato in Ghana e aver lavorato sottopagato e senza contratto nei campi di Corleone, Batch Mballow fa il mediatore culturale per l’ARCI Porco Rosso di Palermo, in Sicilia. Va nei ghetti di Campobello e Cassibile per ascoltare le esigenze e le storie dei braccianti immigrati che lavorano in condizioni di sfruttamento e vivono in situazioni disumane.

Infine c’è chi ha fatto della cucina uno strumento di intercultura. Fuggito dal Mali nel 2007, Drissa Doumbya per anni lavora nelle campagne di Foggia, Rosarno e Brindisi al soldo di caporali della Capitanata e della piana di Gioia Tauro. Poi trova lavoro come lavapiatti, si innamora della cucina italiana e decide di studiare per diventare chef. È la sua svolta. A Brindisi ha fondato una delle prime Comunità africane di Puglia.

Su www.oltreilghetto.org è possibile leggere anche le altre 20 storie che hanno partecipato al contest.

 

 

         



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