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01 giugno 2023

"Protagonisti!" 2023: lavoro e nuove generazioni a Bologna


"Pensare in grande e agire in piccolo". Confronti, riflessioni, testimonianze, proposte su lavoro e diritto al futuro al seminario annuale del CoNNGI

Si è tenuta a Bologna il 30 e 31 maggio 2023, presso Palazzo D'Accursio e Sala Borsa, la VII edizione di "Protagonisti! Le nuove generazioni italiane si raccontano", seminario nazionale organizzato dal CoNNGI, la rete di associazioni di giovani con background migratorio, dedicata quest'anno al tema del lavoro e del diritto al futuro. Una due giorni di confronti, riflessioni, testimonianze, scambi di punti di vista e proposte, che hanno ribadito l'importanza del dialogo fra nuove generazioni, istituzioni e società civile al fine di promuovere un'Italia plurale, espressione di tutte le sue tante identità in divenire, a partire in particolare dai territori, come Bologna appunto, città in cui sono attive cinque associazioni aderenti alle rete che hanno contribuito all'organizzazione dell'evento: Next Generarion Italy, Sonrisas Andinas, Status equo, Esperanza e Hayat Aps. Per un'Italia inclusiva, che fornisca a tutte e tutti le stesse opportunità di realizzazione personale e professionale, e capace di affrontare con successo le nuove sfide di un mondo del lavoro in evoluzione attraverso la valorizzazione delle diversità come ricchezza per la società tutta.       

L'evento è stato promosso dal CoNNGI e le sue associazioni territoriali, in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il patrocinio di Regione Emilia-Romagna e Comune di Bologna, e con il supporto di OIM - Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, Fondazione Compagnia di San Paolo e Anpal Servizi.

Ad aprire i lavori del seminario, moderati dalla segretaria generale CoNNGI Noura Ghazoui, i saluti istituzionali della Vicesindaca di Bologna Emily Marion Clancy, che ha sottolineato il ruolo cruciale delle nuove generazioni come promotori del cambiamento, specchio di un Paese che considera le pluralità un valore aggiunto e non un ostacolo, ribadendo anche l'importanza dei comuni come presidi di antidiscriminazione: è valorizzando l'intercultura a partire dalle realtà locali che è possibile realizzare "una società più giusta e più prospera per tutti e tutte". "Alla base dello sviluppo del Paese - dichiara nel suo intervento Noemi Ruzzi dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) - è necessario che vi sia il riconoscimento delle competenze di tutti attraverso la promozione di politiche attive sia a livello nazionale sia internazione", mentre il Direttore OIM Italia Laurence Hart ricorda come il lavoro sia elemento imprescindibile per garantire l'automomia delle persone, "tema, quello del lavoro, che si è teso a svalutare negli ultimi decenni, e sul quale tutti e soprattutto le istituzioni hanno il dovere di soffermarsi". Il lavoro deve tornare al centro delle agende istituzionali attraverso la promozione di politiche con un "approccio volto alla valorizzazione delle diversità". A seguire l'intervento di Barbara Siclari per la Direzione Generale dell'Immigrazione del Ministero del Lavoro che ha ripercorso il lavoro di empowerment del Ministero nei confronti del CoNNGI, realtà che nel corso degli anni è diventata importante punto di riferimento per tutte le nuove generazioni italiane e non solo in qualità di interlocutore istituzionale, sottolinenando "come la promozione della partecipazione attiva ai processi consultivi e decisionali dei cittadini con background migratorio possa contribuire alla loro emancipazione e garantire che le politiche di integrazione e di inclusione siano più efficaci e riflettano i bisogni reali". Per Simohamed Kaabour, presidente CoNNGI, la priorità oggi è quella di ricostruire il mondo del lavoro postpandemico tenendo conto di tutte le pluralità che arricchiscono il Paese: "Le nuove generazioni non sono solo ponti fra culture, ma anche fra mercati, anzi sono creatrici di nuovi mercati. Il futuro lo possiamo costruire sono ed unicamente insieme". A chiudere i saluti istituzioli Ali Tanveer, presidente della realtà territoriale Next Generation italy e tesoriere CoNNGI, il quale ha evidenziato l'importanza della presenza di agenti di cambiamento, mediatori culturali e generazionali, ruolo che può essere ricoperto proprio dalle nuove generazioni, per garantire a tutti la possibilità di esprimere il proprio potenziale e trovare il proprio posto nella società.

Saluti istituzionali

  

I lavori sono proseguiti nelle quattro sessioni tematiche parallele che hanno visto confrontarsi e dialogare le nuove generazioni con rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali, della politica e della società civile, e soprattutto attori del mondo del lavoro, imprenditori, formatori, attivisti, sindacalisti, docenti, studiosi.

Nel primo panel "Orientamenti e prospettive lavorative: le nuove generazioni nella transizione scuola-lavoro", si è dato spazio ai vari attori coinvolti nei processi formativi e di orientamento per discutere approcci, opportunità e limiti a cui sono esposte le nuove generazioni con background migratorio nel mercato del lavoro in tempo di globalizzazione. Un approfondimento necessario che non può avvenire senza tenere conto delle cosiddette soft skills e skills culturali, determinanti per affermare la propria autonomia e indipendenza, oltre che punti di forza, perché contribuiscono a innescare processi di innovazione produttiva e organizzativa. Ospiti del panel sono stati Eleonora Maurizzi, responsabile IIPLE; Kevin Cruzat, ricercatore orientamento ed inserimenti lavorativi; Silvia Branca, responsabile area giovani Oficina Bologna; Jamal Hussein, ingegnere, membro del senato accademico Unimore e consulta regionale studenti Emilia Romagna; Roussel Sobih, professore ed educatore presso istituti tecnici e professionali; e le moderatici del CoNNGI Basma Aissa e Maria Rosa Liay. Ciò che è emerso con forza dal confronto è che non è possibile parlare di lavoro se non partendo dalla scuola, una scuola che ha il dovere di accogliere, ascoltare e accompagnare e quindi orientare tutti gli alunni, con e senza background migratorio, evitando la cosiddetta "segregazione formativa" che poi sfocia nella "segregazione lavorativa" contraddistinta dalle "5 P", ovvero lavoro precario, poco pagato, pericoloso, penalizzato socialmente e pesante. La chiave vincente è quella relazionale, siamo tutti interconnessi e tutti costruttori di sapere e portatori di ricchezza. Questa consapevolezza porta a relazioni virtuose fra scuole, associazionismo ed enti locali, una rete impegnata nel non lasciare indietro nessuno. 

Il secondo panel "Diritti sociali e nuove lotte sindacali", insieme a Sara Moutmir, sindacalista FLAI - CGIL e vicepresidente Ubuntu; Yvan Sagnet, presidente Associazione NOCAP; Nabil Hassani, sindacalista e attivista; Claudia Candeloro, docente dell’Università Politecnica delle Marche e consulente Ministero del Lavoro; Chiara Caudana, vicedirettrice divisione Manufacturing 4.0 in GiGroup; e la moderazione di Michelle Rivera del CoNNGI e del Consigleire comunale di Bologna Siid Negash; ha messo in luce l'importanza di riaffermare i diritti sociali dei cittadini di origine straniera (e non) contrastando le basse retribuzioni, la ghettizzazione professionale, l'incertezza, la discontinuità contrattuale, la diffusione del lavoro irregolare e le discriminazioni di ogni genere. Ciò che è emerso dal confronto è come le nuove generazioni siano maggiormente consapevoli - è una generazione "sapiente" - dei propri diritti rispetto ai loro genitori, molti dei quali hanno vissuto lo sfruttamento sulla propria pelle, circostanza che comporta una loro maggiore responsabilità nella sensibilizzazione della società tutta riguardo a questi temi. Per tale ragione è importante che le nuove generazioni facciano sentire la propria voce, partecipando a percorsi sindacali e di rappresentanza, per crescere personalmente e professionalmente e al fine di rimarcare come le diversità (di provenienza, genere, cultura, formazione...) possano giovare al mondo del lavoro, anzi, ne rappresentano il valore aggiunto.  

Nel terzo panel "Imprenditorialità positiva: storie di successo, esempi d'ispirazione" si è dato spazio a chi fra gli imprenditori di nuova generazione si è messo in gioco creando ricchezza per l'intera società, un obiettivo possibile laddove le politiche di Diversity Management sono adottate come approccio per la valorizzazione di competenze e scoperta di una nuova organizzazione di lavoro e produttività. Fra gli ospiti Angela Lei, imprenditrice della ristorazione; Chris Nzi Richmond, fondatore di Mygrant; Giorgia Cavallaro, fondatrice della cooperativa Teranga di Ravenna; Rania Madani, presidente Avvocati di discendenza straniera; e i moderatori del CoNNGI Fatema Aktar e Jherson Gutierrez. Ospiti che hanno riportato le loro testimonianze sottolineando la sfida che caratterizza la scelta del percorso imprenditoriale per un giovane di nuova generazione, per cui è ancor più difficile affermarsi come professionista poiché etichettato per la sua diversa provenienza. Il segreto per Angela Lei è stato quello di coniugare le sue due culture, portando in Italia la cucina tipica della sua regione cinese di origine, realizzando una proposta culinaria di qualità a Milano, mentre Rania Madami ha raccontato come la creazione di un'associazione di avvocati con background migratorio abbia contribuito profondamente ad aumentare la loro presenza in tutta Italia, ad accrescere la loro stessa consapevolezza e a promuovere il cambiamento della percezione della cittadinanza nei loro confronti. L'impegno degli Avvocati di discendenza straniera è quello di cancellare la visione retrograda nei confronti degli stranieri che permane in alcune fasce della società, promuovendo al contempo la coesione sociale, la cittadinanza attiva e il diritto all'asilo.

Quarto e ultimo panel, "Lavoro e giovani: vecchi paradigmi vs nuove esigenze", ha messo al centro i cambiamenti che stanno caratterizzando il lavoro, così come le prospettive, le aspettative, le possibilità. Le differenze fra generazioni sono tante e il metterle in luce può aiutare a trovare nuove misure atte a favorire l'ingresso nel mondo del lavoro – e soprattutto delle condizioni dignitose per poter progettare un futuro – dei più giovani, oggi i più svantaggiati, perlomeno rispetto ai loro genitori. A discuterne sono stati Gordon Abeiku Mensah, founder di IN-Formazione, consulente World Bank, ricercatore; Alberto di Pasqua, docente e formatore nell’ambito della ristorazione; Andrea Molza, direttore personale in multinazionali, consulente e recruiter, presidente Federmanager pro tempore - Bologna, Ferrara e Ravenna e i moderatori Rodolfo Giorgetti e Gianluca Ruotolo. Dal confronto è emerso lo scollamento fra istruzione e lavoro, caratterizzato da asimmetrie informative, che impatta maggiormente su migranti e figli di migranti, per cui è necessario e prioritario investire nelle varie comunità straniere presenti in Italia per garantire a tutti le stesse opportunità di crescita e autonomia. La chiave sembra essere quella del "pensare in grande e agire in piccolo": avere una visione globale, sistemica, ma affrontare il problema nelle realtà locali, facendosi carico delle necessità delle diverse comunità e dei singoli. 

La seconda giornata ha visto la restituzione dei lavori dei panel, la testimonianza di Maria Ilena Rocha, Presidente ANOLF Nazionale, che ha ricordato come le nuove generazioni si mettano in gioco ogni giorno, e una tavola rotonda conclusiva alla quale hanno partecipato numerosi ospiti, fra cui Sergio Lo Giudice, Capo di Gabinetto del Sindaco di Bologna con delega al Lavoro; Siid Negash, Consigliere comunale di Bologna; Daniele Panzeri, Coordinatore Unità Migrazione e Sviluppo presso OIM - Organizzazione Internazionale per le Migrazioni - Italia; Stefania Congia, Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione - Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; Elsa Fornero, Economista, già Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali; Selly Kane, coordinatrice nazionale CGIL Stranieri; e per il CoNNGI SiMohamed Kaabour, Noura Ghazoui e Ali Tanveer. 

Sergio Lo Giudice ed Elsa Fornero hanno sottolineato come l'impostazione del seminario del CoNNGI rifugga da qualsiasi tipo di vittimizzazione a favore di un approccio basato sull'empowerment e la promozione delle pluralità di competenze di cui sono portatrici le nuove generazioni. "L'idea di base - afferma Fornero - è dire noi siamo qui, siamo italiani, siamo risorse e un valore aggiunto per il Paese, vogliamo esserci con forza e competenza", e continua: "Dobbiamo rendere il lavoro non qualcosa per cui si compete, ma qualcosa che si condivide, è dal lavoro che nasce l'autonomia attraverso la quale possiamo esercitare le nostre libertà". Il lavoro deve essere inclusivo, così come riportato dal Manifesto delle nuove generazioni italiane, documento dal quale ripartire per costruire un'Italia realmente plurale. Per Daniele Panzeri la grande sfida che ci attende è la capacità di innovare con immaginazione, e in questo la pluralità culturale non può che aiutarci. "Valorizzare reti è lo strumento vincente - afferma Stefania Congia -, per questo come DG Immigrazione abbiamo deciso di lavorare con Regioni, enti locali e terzo settore: bisogna dare risposte alle esigenze che emergono dai terrotori combattendo le disuguaglianze e garantendo a tutti un lavoro dignitoso, ridando dignità anche a quei lavori che l'hanno persa". E continua riferendosi agli attivisti del CoNNGI: "Voi non siete il futuro, siete il presente, siete i veri agenti di cambiamento, la rappresentanza - siete dentro le istituzioni e le state cambiando - di un'identità condivisa che vuole salvaguardare il valore della diversità. Il nostro compito è darvi voce, ma voi fatevi avanti, adate avanti, siate generosi, serve un pensiero di sistema che si riferisca a una visione condivisa: costruite questa visione e perseguitela per un mondo migliore per tutti". Selly Kane ha rimarcato invece come le leggi sull'immigrazione abbiano eroso i diritti dei migranti, rendendo il loro lavoro ancora più precario e ricattabile, e afferma la necessità di informare la cittadinanza su questo tema, sensibilizzarla, al fine di creare una società migliore: "Fino a quando ci saranno narrative securitarie che comprimono i diritti a perderci saremo tutti". La parola passa poi a Simohamed Kaabour che riprende il concetto, emerso più volte durante la due giorni di lavori, del pensare in grande come collettività e agire in piccolo con le persone accanto a noi. Questa è la via per un mondo del lavoro in grado di tenere il passo del cambiamento. "Abbiamo bisogno di sporcarci le mani - afferma Kaabour -, essere come quelle persone che ho avuto la fortuna di incontrare nel mio percorso che hanno saputo riorientare la mia prospettiva con visione e informazione". A chiudere questa settima edizione del seminario è Ali Tanveer, fra i principali organizzatori dell'evento, il quale saluta il pubblico con queste parole: "Non dimentichiamoci che siamo i figli dei sacrifici dei nostri genitori. Oggi scegliamo noi di diventare modelli per le nuove generazioni. E non dimentichiamoci dell'importanza della nostra battaglia sul tema della cittadinanza. Perché la cittadinanza non è un capriccio, ma il completamento di un percorso che ci rende parte attiva e protagonisti, anche e soprattutto nel mondo del lavoro, di questa nostra società".





 

 

         



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