Con cinque voti a favore e quattro contrari, lunedì 29 gennaio la Corte Costituzionale albanese ha stabilito che l'accordo tra Roma e Tirana “non lede l'integrità territoriale della nazione”, e può quindi passare al Parlamento per essere definitivamente approvato.L'accordo è stato siglato dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal Primo Ministro albanese Edi Rama lo scorso 6 novembre, e prevede la creazione di due centri di accoglienza dove ospitare i richiedenti asilo in attesa che la loro domanda venga esaminata.Le due strutture saranno gestite interamente dall'Italia e sorgeranno nei pressi del porto di Shengjin e nel villaggio di Gjader. Consentiranno di ospitare un massimo di 3000 persone salvate in mare e che non abbiano messo piede sul territorio italiano prima di arrivare in Albania.Il ricorso alla Corte Costituzionale albanese era stato avviato da trenta deputati dell'opposizione. Il Presidente della Corte, Holta Zacaj, ha motivato la decisione spiegando che “Il Protocollo sulla migrazione non stabilisce confini territoriali né modifica l’integrità territoriale della Repubblica d’Albania, quindi non costituisce un accordo che ha a che fare con il territorio sotto l’aspetto fisico”. Ha inoltre aggiunto che nelle due aree in cui opera il protocollo migratorio si applica la legge albanese in aggiunta a quella italiana.Al momento in Albania non è ancora stata stabilita la data del voto parlamentare, ma la maggioranza dei seggi detenuta dal Partito Socialista, a cui fa capo il Primo Ministro Rama (74 sui 140 totali), non sembra mettere in dubbio l'approvazione definitiva dell'accordo.In Italia l’accordo ha già ottenuto il voto favorevole della Camera dei deputati lo scorso 24 gennaio ed è attualmente all’esame del Senato.