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12 maggio 2025

“Protagonisti!” 2025: arte, intercultura, partecipazione e nuove generazioni a Napoli


Dal CoNNGI una nuova narrazione dell'Italia plurale, tra creatività, memoria e futuro

Si è tenuta a Napoli, l’8 e il 9 maggio 2025, la nona edizione di “Protagonisti! Le nuove generazioni italiane si raccontano”, il seminario nazionale promosso dal Coordinamento Nazionale Nuove Generazioni Italiane (CoNNGI) e dalla Cooperativa Dedalus, in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Il tema scelto quest’anno, “Identità in Movimento – L’arte come ponte tra culture”, ha offerto l’occasione per riflettere sul potere dell’arte come strumento di partecipazione, inclusione e coesione sociale.

In un'epoca di globalizzazione culturale, sociale ed economica, è sempre più urgente interrogarsi su come le nuove generazioni – in particolare quelle con background migratorio – costruiscano il proprio senso di identità e appartenenza. Secondo dati ISTAT, oltre 2,5 milioni di famiglie in Italia includono almeno un componente con background migratorio, pari a circa il 10% del totale: una trasformazione strutturale che chiede alla società italiana di superare narrazioni stigmatizzanti per riconoscere la diversità culturale come risorsa.

Attraverso panel, workshop e performance artistiche, giovani, istituzioni, studiosi e artisti si sono confrontati su tre grandi direttrici: intercultura, arte e partecipazione.

L'evento, nella cornice di Palazzo Caracciolo, è stato aperto dall'emozionante e simbolico intervento musicale della giovane artista Alia Mejri, che ha cantato in arabo e italiano. Durante i saluti istituzionali, Noura Ghazoui, Presidente del CoNNGI, ha sottolineato il valore dell’arte come linguaggio universale che “parla al cuore senza bisogno di spiegazioni”, capace di far incontrare culture e generazioni. Ha poi paragonato il lavoro del Coordinamento a “un viaggio in mare aperto con più rotte, ma con una bussola comune: quella di crescere insieme”. Elena De Filippo, Presidente della Cooperativa Dedalus, ha ricordato come Napoli sia storicamente una città di migrazioni, ma oggi viva una nuova stagione: “Una nuova generazione non parte più, ma resta, contribuendo attivamente alla vita sociale e culturale del territorio. È fondamentale valorizzare questi giovani e renderli protagonisti”. L’arte, ha aggiunto, “è uno strumento decisivo per sollecitare la nostra capacità di aspirare”. Stefania Congia, Direttore per le politiche migratorie del Ministero del Lavoro, ha ribadito il potere resiliente dell’arte, sottolineando che “la bellezza dell’arte aiuta anche nei momenti più bui”. Il CoNNGI, ha detto, “rappresenta una realtà che ci infonde speranza: dimostra che costruire una comunità è possibile, perché il senso della vita si ritrova solo nell’ambito relazionale”. Marzia Sica, della Fondazione Compagnia di San Paolo, ha delineato gli obiettivi condivisi: “dare voce, decostruire pregiudizi, cedere potere”. E ha posto l’accento sul ruolo centrale delle nuove generazioni: “Noi vogliamo ascoltarle, senza volontà di orientamento”. Laurence Hart, Direttore dell’OIM Italia, ha evidenziato l’importanza del coinvolgimento diretto dei giovani e delle diaspore: “L’entusiasmo che vediamo qui è fondamentale per aprire porte. Vogliamo giocare di squadra, anche attraverso la partnership nata tra il Coordinamento delle Diaspore e il CoNNGI, all’interno delle attività OIM”. Infine, Giuseppe Gaeta, Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, ha ricordato che “oggi l’arte è una grande domanda, necessariamente aperta. Non è mai statica. Confrontarsi con l’esperienza artistica e critica ci costringe a misurarci, e proprio in questo processo si acquisisce consapevolezza del mondo”.

Durante il panel “L’arte come spazio di identità, espressione e trasformazione” al Museo Madre, Giulia Grechi (docente di Antropologia Culturale e Antropologia dell’arte, Accademia di Belle Arti di Napoli), Alessia Montefusco (mediatrice artistica), Lucas Memmola (artista di nuova generazione) e Ruwani Perera (Centro Interculturale Officine Gomitoli), moderati da Anna Cuomo (referente per l’editoria e i progetti esterni del Museo Madre), hanno discusso il ruolo dell’arte come linguaggio universale, capace di oltrepassare barriere linguistiche, sociali e ideologiche. Non solo espressione estetica, ma strumento di riflessione, resistenza e costruzione identitaria, l’arte si afferma come bene comune, veicolo di cittadinanza attiva e leva di trasformazione sociale. L’approccio dell’arte-educazione, evidenziato durante i lavori, ha mostrato come la pratica artistica favorisca percorsi creativi e inclusivi, stimolando consapevolezza e cooperazione. Ne sono esempio concreto la mostra fotografica “La scatola magica” a cura di Mario Spada, e l’esposizione di sculture in cartapesta realizzate dal laboratorio “Animà” dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.

Il panel “Intercultura e nuove generazioni: creare coesione, convivialità e spazi condivisi” ha messo in dialogo Alessio Surian (docente e direttore CIRSIM, Università di Padova), Marco Catarci (docente di Pedagogia sociale e interculturale, Università Roma Tre), Patrick Suuk (Associazione Afro Veronesi) e Ismahan Hassen (Centro Interculturale Officine Gomitoli), con la moderazione di Francesca De Rosa (Università degli Studi di Napoli L’Orientale). È stato sottolineato come l’intercultura sia un processo di costruzione collettiva e non una semplice convivenza tra differenze. Le nuove generazioni portano con sé patrimoni culturali plurali che, se riconosciuti e valorizzati, possono diventare motori di innovazione sociale. Superare la logica della “integrazione” come adattamento unilaterale significa riconoscere la pluralità di appartenenze come condizione normale e arricchente della società italiana contemporanea.

Il terzo panel, “L’arte come strumento di cittadinanza attiva e di partecipazione”, ha visto il contributo di Simon Claviere (artista, esperto in rappresentazioni artistiche del territorio napoletano), Monica De Franco (Esecutivo Nazionale Generazioni Legacoop), Noemi Satta (esperta in innovazione culturale e progettazione partecipata), Even Fernando (Forum Giovani Comune di Napoli, Presidente Sritaly) e Fatima Ouazri (Centro Interculturale Officine Gomitoli), moderati da Andrea Morniroli (Forum Disuguaglianze Diversità). Si è discusso delle forme di impegno politico e sociale delle nuove generazioni, che spesso si esprimono attraverso linguaggi artistici alternativi: performance, street art, musica, documentari. In un momento in cui i canali tradizionali di partecipazione mostrano segni di crisi, l’arte rappresenta uno spazio privilegiato per riattivare la coscienza collettiva, promuovendo una cittadinanza plurale e partecipativa.

Come ha affermato Noura Ghazoui, “Protagonisti! è uno spazio in cui le nuove generazioni italiane – con e senza background migratorio – possono raccontarsi, riconoscersi e contribuire al cambiamento sociale”. La manifestazione ha dunque rafforzato l’idea che l’identità non è un dato fisso, ma un processo dinamico, che si costruisce attraverso relazioni, creatività e partecipazione.

Durante i workshop tematici, i partecipanti hanno approfondito temi come identità, discriminazione, potere culturale e contro-narrazione, elaborando proposte e riflessioni raccolte poi nella sessione di restituzione del 9 maggio. Tra questi: World Cafè Intercultura, a cura di Ibtissam Jayed, designer, "Ma qual è il ruolo che riveste l’arte per le nuove generazioni?", con visita guidata alla mostra Euforia di Tomaso Binga e conversazione con l’artista Monia Ben Hamoud e Alberta Romano, responsabile programma pubblico ed educativo Museo Madre, In rilievo – un’esperienza sensoriale, creativa e multiculturale, a cura del collettivo MISTAKE dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, in collaborazione con Ariane StoevekenJoe Zerbib e la redazione di Radio Gogo.

Il momento conclusivo del seminario, la tavola rotonda al Museo Madre del 9 maggio moderata da Giulia Cutello del Forum Disuguaglianze e Diversità, ha offerto uno spazio di confronto intergenerazionale tra rappresentanti istituzionali, esperti e giovani attivisti, evidenziando la complessità delle sfide che le nuove generazioni si trovano ad affrontare e il ruolo chiave dell’arte come strumento di partecipazione e cambiamento. Noura Ghazoui ha sottolineato con forza il valore trasformativo dell’arte: “L’arte ha un ruolo fondamentale perché dà voce a chi voce non ce l’ha. Dobbiamo occupare spazi e parlare con la nostra voce.” Un richiamo diretto alla necessità di protagonismo, autodeterminazione e rappresentazione autentica. Elena De Filippo ha posto l'accento su una duplice responsabilità: “Dobbiamo lavorare su due livelli: da un lato il riconoscimento pieno della cittadinanza, dall’altro l’attenzione a livello locale che deve essere data alle nuove generazioni, liberandole da stereotipi e pregiudizi.” Il suo intervento ha evidenziato l’importanza di politiche pubbliche capaci di agire su scala territoriale, promuovendo inclusione concreta. Cinzia Conti, ricercatrice ISTAT, ha richiamato il valore della statistica: “I numeri non parlano da soli, vanno interrogati con rigore e onestà.” Ha evidenziato la necessità di approfondire la dimensione identitaria attraverso strumenti di indagine qualitativa – come focus group e interviste – che restituiscano voce e complessità alle esperienze delle nuove generazioni, andando oltre le mere statistiche. Anna Bruno, responsabile per l’educazione della cooperativa Italo-Cinese, ha offerto una riflessione sul potere delle parole e del linguaggio: “Dobbiamo usare le parole per creare cortocircuiti.” Una provocazione che invita a decostruire le narrazioni dominanti e aprire spazi per nuovi immaginari collettivi. Infine, Luca Trapanese, Assessore alle Politiche sociali del Comune di Napoli, ha riportato al centro il nodo politico: “Il tema centrale è quello del potere: come rendere le nuove generazioni protagoniste. Bisogna eliminare le categorie, creare un welfare che non abbia bisogno di caselle.” Ha richiamato l’urgenza di ripensare un’organizzazione sociale troppo spesso settorializzata, proponendo un nuovo modello in cui “non c’è più una differenza, ma solo ricchezza.” Trapanese ha concluso ricordando che “ogni nostra azione è politica,” e che proprio le nuove generazioni, con le loro esperienze ibride e la loro capacità di visione, possono essere le protagoniste di un cambiamento reale.

“Protagonisti! 2025” ha riaffermato l’urgenza di una narrazione pubblica capace di accogliere la complessità dell’italianità contemporanea. In questo contesto, l’arte si è confermata uno degli strumenti più efficaci per dare voce, visibilità e potere alle nuove generazioni, promuovendo un futuro basato su inclusione, ascolto e giustizia sociale.

 

 

         



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